E’ tornato. E’ tornato più forte, pesante, insostenibile che mai: il peso del cielo. E’ arrivato stamattina, scorrendo la home di facebook come faccio ogni mattina. Stamattina pioveva e, improvvisamente, è iniziato a piovere anche dentro me quando ho scoperto che una persona non c’era più. Non una mia amica, non persona che frequentavo ma una di quelle donne che mi scelgono come un modello da seguire e io non so neanche perché e a volte non mi sento all’altezza. A volte i complimenti imbarazzano, altre volte lusingano, altre ho pensato di non meritarmeli. Vicky aveva solo vent’anni, mi scriveva spesso, mi chiedeva consigli sulla fotografia, amava moltissimo – in particolare – un mio pezzo su questo blog e spesso lo riproponeva, quasi a volersene ricordare sempre.
Vicky non c’è più.
E oggi scopro che mi ha scritto per l’ultima volta qualche settimana fa: “Ciao Nunzia, come stai? Hai da dedicarmi un minuto? Vick”. Io non ho mai letto, prima di oggi, non ho mai risposto. Mi dico sempre che prima o poi recupererò tutti i messaggi che attendono una risposta ma ho rimandato troppo. Ho letto oggi quando ormai è tardi e non saprò mai cosa volesse chiedermi, cosa volesse dirmi. Magari voleva confidarmi che stava male, magari voleva chiedermi un consiglio fotografico o un parere sulle sue fotografie, magari voleva complimentarsi con me come spesso faceva o voleva raccontarmi ancora del suo sogno di diventare giornalista di moda. Vicky era fragile, aveva bisogno di essere incoraggiata, spronata, incitata. Vicky lottava ogni giorno contro i suoi fantasmi.
Io non c’ero.
Ero probabilmente a sprecare il mio tempo, ero troppo impegnata a dare da mangiare alle mie illusioni, ero a chiedere appuntamenti a qualcuno che non voleva avere tempo per me oppure ero a perdermi in bit superficiali e vuoti.
E se ogni persona, ogni anima, che incrocia il nostro cammino e sfiora la nostra vita ci insegna qualcosa e ci illumina come fanno le stelle allora oggi Vicky mi ha dato una lezione: mi ha insegnato che il tempo è il regalo più prezioso che possiamo fare a qualcuno. Me lo insegna tra il senso di colpa e quel nodo alla gola di quando le lacrime restano incastrate tra gratitudine e inadeguatezza.
Grazie, piccola grande Vicky, ovunque tu sia: so che abbiamo solo cambiato frequenza.
Ho voluto regalarti una pagina in questo spazio virtuale che amavi tanto.
Scusami, se puoi.
2 Commenti
Nunzia, è bello quello che hai scritto. Era una persona curiosa e certamente sensibile. Mi colpì un post in cui chiedeva un abbraccio di conforto per un momento no e pensai che fosse un peccato non darglielo dal vivo quel grosso abbraccio. Tutti vogliamo un abbraccio nei momenti no ed è così bello che qualcuno sia capace di dire “ho bisogno di un abbraccio” aprendosi agli altri. La sua fragilità era la sua forza. E sono certa che dall’alto della sua immensa sensibilità, lei non se la sia presa per la tua risposta mancata perché apprezzava tutto quello che precedentemente le hai regalato con i vostri scambi di msg è attraverso le tue parole su Facebook e sul blog. Un abbraccio.
Valentina
bello e triste :-( hai ragione il tempo e’ molto prezioso……