Letture/scritture di un sabato sera.
“C’era una volta” – iniziò a scrivere l’autrice di questa storia, perché è così che iniziano tutte le storie – “c’era una volta una fata, una di quelle creature che vivono a mezz’aria, tra terra e cielo, tanto che non sai mai se stanno camminando con la testa per aria o volando con i piedi per terra; c’era una volta un principe, un principe che non sapeva di essere principe, senza regno e senza corona ma di quelli che li incontri una volta e capisci subito che sono speciali. C’era una notte di inizio estate piena di stelle, di quelle che alzi gli occhi al cielo e riesci a scorgere ogni-singola-stella su quel manto di velluto. Una notte sensuale, quanto basta per sciogliere tutte le paure e i timori. Voglio dire, una fata ed un principe forse non si sono mai visti insieme in alcuna fiaba, le fate si innamorano degli elfi, i principi delle principesse, gli umani degli umani, …”
(sì, insomma, l’avete capito che all’autrice di questa storia non piacciono le storie banali, no?)
“C’era l’ignoto, tra i due, quella strana sensazione che ti fa vivere col fiato sospeso come prima di tuffarti da una cascata o come quando sei su una ripida discesa in bici senza mani e sai che i freni non funzionano. C’era quella voglia di scoprire, di scoprirsi, quella che parte dalla testa e poi ti attraversa la schiena e arriva il cuore e fa boom…ed allora la fata dimentica di essere una fata ed il principe di essere un principe e per un attimo, solo per un attimo, tutto diventa possibile, perché loro due diventano “tutto”.
Lui diventa quel profumo buono che ricorda che può essere primavera ogni giorno, lei diventa quel piccolo posto nel mondo dove rifugiarsi per proteggere i pensieri belli. Insieme sono qualcosa di splendido, che esiste oltre ogni cosa.
I pensieri prendono forma, si plasmano, un invisibile filo conduttore porta da sponda a sponda un’alchimia incredibile, di quelle che hanno origini ignote e che da sole basterebbero per tenere insieme il mondo. Un’alchimia priva di logiche, che sapeva di mare ma anche di lago, di zucchero e sale, sapeva del mondo incantato della fata ma anche di quello reale del principe, ed era perfetta. Un’alchimia che portava ad un andirivieni di milioni di sospiri, sogni, sentimenti, dolcezze, debolezze, speranze, progetti, pensieri, titubanze…
C’era magia, c’era tutta la magia di qualcosa di meraviglioso. Il principe guardava il cielo blu e gli veniva in mente lei, e questo lo faceva sorridere. Era una magia senza pozioni, lozioni e bacchette, una magia vera, fatta di battiti del cuore a centomila e mani che tremano per l’emozione.
C’era una volta la Magia.
E forse c’è ancora…”
Chiudo il libro, perché l’autrice ha continuato questa storia in questo modo:
“Ma a volte la magia non basta, una fata resta sempre una fata ed un principe resta sempre un principe. Così la fata non saprà mai com’è lanciarsi da una cascata e non imparerà mai ad andare in bici senza mani ed il principe non si lascerà mai andare ad una risata scomposta, di quelle che partono dalla pancia e scuotono il cuore. Non saprà mai che lei gli avrebbe tolto il fiato e glielo avrebbe restituito solo per fargli dire «ancora»”.
Io preferisco pensare che da qualche parte, nel mondo, una fata stia pensando al suo principe e che quel principe stia pensando alla sua fata. In una notte di fine estate proprio come questa, sotto un cielo di stelle proprio come questo.
Dedicato a tutte le fate e a tutti i principi là fuori.
7 Commenti
Insomma vedo che le vacanze e stare lontana per un mese ti hanno fatto bene. Mi piace il mondo in cui sei tornata e mi piace leggere questi post così profondi.
Grazie per quello che scrivi.
Anna
Sono in un periodo di riordino: idee, mente, cuore, vita, casa, lavoro. Sono i periodi che amo di più, perché mi spingono a guardarmi dentro.
Grazie a te, Anna!
Presente! Ecco una di quelle fate che non è riuscita a far capire al principe che l’amore è amore. É dolorosissimo.
Mi spiace, Miriam. Evidentemente non era la persona giusta :)
Che belle parole Nunzia!
Alice Cerea
Grazie Alice! <3
Rasserenante post, da leggere fra le righe, così come piace a me!
Brava Nunzia!