Stasera riflettevo su un aspetto meraviglioso della vita: quello che fa dell’errore un’opportunità, della fine un inizio, dell’imperfezione una virtù.A Levante, in quelle terre che amo a Est del mondo, una tecnica chiamata “Kintsugi” insegna a prendersi cura delle imperfezioni e dei mutamenti, ad evidenziare gli errori elevandoli ad esperienze, concentrandosi più sugli insegnamenti che su inutili giudizi dati a posteriori. È per questo che accarezziamo le cicatrici di chi amiamo: è lì la bellezza, l’unicità.
Lì, nel mio adorato Oriente, colano oro nei vasi rotti, per ripararli, dandogli non solo una rinnovata vita ma anche un valore aggiunto. Dovremmo imparare a vivere così, a riempire d’oro le nostre cicatrici facendole diventare la nostra parte migliore, quella da accarezzare proprio come facciamo con chi amiamo. Imparare ad essere indulgenti con se stessi è difficile ma è solo così, con l’Amore che riempie e mai toglie, che ci si può riuscire: prendendosi cura dei tagli che la vita, per sua natura, ci lascia lungo il cammino. Accettando ogni caduta come un dono, ricordandoci sempre che – qualsiasi cosa accada – possiamo ricominciare partendo da noi. Dalla nostra stessa pelle che emana luce attraverso i tagli.