Non sono stati giorni facili. Quando la televisione ti sbatte in faccia la realtà e ti invita a farci i conti in modo brusco e violento non è mai facile o forse sono io a non essere preparata né pronta. Cerco sempre di ovattarmi, di filtrare, di vedere il bello ovunque ma quello che è successo a Parigi è come se mi avesse scaraventato violentemente con le spalle al muro, in un capannone deserto e gigantesco con le altre tre facciate piene di vetrate: io, immobile, contro l’unica parete mentre un tornado si abbatteva sulle vetrate, spaccandole, riducendole in mille pezzi. Ho visto schegge ovunque, ho visto che a volte la realtà può far male e che anche se una di quelle schegge non mi ha tagliuzzato mi ha ferito ugualmente. É la condanna delle persone sensibili quella di sentire il peso del cielo, a volte. Un peso che si fa greve e pensieri che diventano macigni, notti insonni, incubi, sveglie all’alba.
Ho cercato di non pensare ma mi sono ritrovata a pensare troppo. Ho cercato di concentrarmi su pensieri positivi e, nella spasmodica ricerca di qualcosa da leggere che non fosse un bollettino di guerra, ho comprato un nuovo libro (“Solo Bagaglio a Mano”, Gabriele Romagnoli). Ovviamente non l’ho ancora finito, la pagina 11 ha segnato per me uno di quei momenti della vita in cui vorrei prendere dei post-it, mille post-it, scriverci sopra quel “ricorda!” e incollare sulle pareti di tutta la casa quella frase, quella citazione, in modo da ricordarmene sempre.
Dicevo, alla pagina 11 del mio nuovo libro-scacciapensieri-ma-mica-tanto sono scritte queste parole: “Sulla lavagna passa un lucido. Hanno intervistato cento uomini vissuti fino all’età di ottant’anni. In media, così hanno speso la propria esistenza: 23 anni a dormire, 20 a lavorare, 6 a mangiare, 5 a bere e a fumare, altri 5 aspettando un appuntamento, 4 a pensare, 228 giorni a lavarsi la faccia e i denti, 26 giocando con i figli, 18 a farsi il nodo alla cravatta. E, da ultimo, 46 ore di felicità.”
QUARANTASEI-ORE-DI-FELICITÀ.
Questo vuol dire che, probabilmente, se tutto va come deve andare, nella mia vita avrò vissuto solo 46 ore di felicità. Se malauguratamente, invece, dovessi incrociare uno stronzo che si fa esplodere accanto a me…le ore saranno molte meno. Ho pianto. Ho pianto tanto. Io non voglio vivere solo 46 ore di felicità e, che ne so, 23 anni a dormire o 6 anni a mangiare. Io la felicità voglio mangiarla ogni mattina a colazione, voglio respirarla, toccarla, voglio farla provare ad altri. Soprattutto perché gli eventi degli ultimi giorni ci insegnano che tutto è relativo, nulla è certo. Nell’ultima settimana ho impiegato 4 dei giorni della mia vita a lasciarmi paralizzare dalla paura, dalla rabbia, dallo sconforto. Ovvero poco meno del doppio dell’ipotetica felicità di tutta la vita.
Sicché, stamattina, mi sono svegliata ed ho preso una decisione: non permetterò più a nessuno di farmi tremare il cuore fino a sentir mancare il respiro per la paura. Nessuno merita la mia rabbia. Tra qualche giorno ho un aereo ed io prenderò quell’aereo senza timore, scriverò un post-it su tutti i posti in cui poterlo leggere frequentemente: “46 ore di felicità. E’ questo che vuoi?”. E’ questo che vogliamo? Il mondo è pieno di stronzi, di cattiveria, di ingiustizie…ma è solo amando e pensando positivo che potremo davvero fare qualcosa. L’odio non è l’altra faccia dell’amore, l’amore è tondo, è intero, non ha doppia faccia. L’odio è quella cosa che ci fa perdere di vista obiettivi, affetti…e persino la stessa felicità.
Perciò, da oggi, ogni volta che sprecheremo il nostro tempo in modo non costruttivo o ogni volta che avremo paura di lanciarci ad occhi chiusi in qualcosa che desideriamo, pensiamoci: 46 ore. Solo 46 ore.
Viviamo in una società che vuole prepararci a morire, mentre tutto quello di cui avremmo bisogno è l’educazione alla vita.
Ci avevate mai pensato?
14 Commenti
Ho trovato me stessa nelle tue parole, la me che in questi fiorni pur sforzandosi di sorridere non è riuscita a farlo, la me che ha più e più volte aperto il blog alla ricerca delle parole giuste per esorcizzare lo sconforto, la me che quelle parole non le ha scritte pur avendone disperato bisogno.. grazie per aver espresso anche il mio pensiero per aver trovato tu le parole che io non ho saputo scrivere..
Angela, quanto ti capisco. Non sono riuscita a pubblicare, fino ad oggi. Tutto mi sembrava così piccolo e insignificante rispetto a quelle scene che passavano alla tv e più ci pensavo più lo sconforto, l’amarezza e l’impotenza prendevano in me il sopravvento, come un buco nero che mi risucchiava. Credo che nulla avvenga mai per caso, avevo bisogno di qualcosa che “mi salvasse” ed è arrivato quel libro a catturare in me l’attenzione in libreria. Era il segnale che aspettavo, quella pagina 11 mi ha salvato e sono felice di aver espresso anche a parole tue ciò che provi, ciò che senti.
Ti abbraccio.
Semplicemente grazie! No, non voglio solo 46 ore di felicitá.. voglio essere felice sempre!
L’ODIO SI COMBATTE CON L’AMORE NON CON ALTRO ODIO. SOLO 46 ORE DI FELICITA’ ?DIAMINE NO! ASSOLUTAMENTE NO, CONFRONTATO CON UNA VITA MEDIA NON E’ NULLA …
Poesia Nunzia!
Vorrei avere io la tua forza in questo momento. Mi impegnerò!
Ho quasi 31 anni. Ho perso persone a me molto care, amici anche coetanei. Pochi mesi prima di aprire il mio blog ho perso il mio più caro amico, il mio primo “grande amore”.
Insomma che la vita vada presi a morsi lo so da un po’. Quello che mi sconvolge delle guerre, degli attentati e di tutto questo mondo, non è il pensiero di una morte improvvisa, non è il pensiero di non poter vivere qualche altra ora di felicità. Quello che mi fa veramente male, ogni volta, ogni giorno, è vedere, leggere e sentire l’odio. Faccio tutto quello che posso per “migliorare il mondo” ma sento che è sempre troppo poco, forse, così faccio sempre di più e va bene così. <3
Nunzia è davvero bellissimo questo articolo, mi sei arrivata dritta al cuore!
Belle parole, che condivido pienamente.
La vita mi ha tirato uno schiaffo in faccia fortissimo anni fa, portandomi via in un attimo un pezzo dalla mia famiglia.
Sono stati giorni, mesi bui, tante cose sono andate in pezzi, ma poi ho trovato un modo per essere felice e da allora cerco di farlo, giorno dopo giorno.
Questi fatti mi hanno scossa, tantissimo, ma voglio mettere la paura al fondo di un baule e gettarlo in mare se possibile, perchè voglio viverla questa vita, proprio come mi diceva mio padre “goditela, non avere mai rimpianti”.
Sarà un viaggio strano il tuo, forse non sarà facile prenderlo quest’aereo, ma il tuo messaggio sulle ore di felicità sarà sempre li con te!
Che bellissimo articolo Nunzia. Io non ci avevo mai pensato a quanto tempo sprechiamo a fare altro e a non dedicarci h24 alla nostra felicità.
In questi giorni mi era passata la voglia di scrivere ma tu e il tuo post siete arrivati al momento giusto e mi avete dato la giusta ispirazione.
Non potrò non parlare di questo tuo post e di come mi hai illuminata, grazie mille :) <3
Auguro a tutti almeno 46 ore di felicità.
Se tutti riuscissimo ad emozionarci con quei piccoli dettagli che rendono meravigliosi alcuni attimi della nostra vita e trasformarli in intensi ed indimenticabili ricordi, e con questi riempirci nuovamente di felicità e di amore, sono quasi certa che l’odio verrebbe meno fino a scomparire.
Non riesco a capire cosa passi per la testa di coloro che impugnano armi per ammazzare, posso solo cercare di ragionare in modo razionale per cercare di capire quale trauma abbiano potuto subire quei criminali per commettere simili barbarie.
Però ogni giorno mi chiedo come certe persone, che popolano la parte di cosmo che mi circonda, non si concedano secondi di felicità, di quella sciocca e tenera che si può trovare anche solo contemplando l’azzurro del cielo.
E’ facile essere felici perchè guido la macchina che ho sempre desiderato di guidare, ho comprato un abito bellissimo e che mi sta benissimo o la mia squadra del cuore ha vinto la partita, ma sfido chiunque a farsi abbracciare dalla felicità scatenata dalle cose semplici come quando in una grigia mattina di inverno un passerotto saltellando, poco distante, cinguetta e sembra che voglia augurare un dolce buongiorno, Questa è vera ed autentica felicità.
Cara Nunzia,
penso come te che, noi persone sensibili, abbiamo il dono del “sentire” nostri anche lo sconforto e il dolore altrui, per poi disperarci e sentirci mine vaganti in cerca di un senso, di una risposta ad una barbarie che ci viene presentata in un giorno qualunque, piombata nella nostra quotidianità.
Conscia che non ci sia risposta, mi sono sentita tremare le gambe e strappare il respiro, come se da un momento all’altro sarei stata travolta anche io da quel tornado di urla, di spari, di sangue. Sono stata per giorni a vagabondare, abbattuta nel più profondo, abbandonata ad un senso di smarrimento, ma sentivo in me la necessità di riprendermi quantomeno la serenità che mi era stata portata via: è stato possibile solo quando flash del passato hanno portato alla luce ricordi vividi, intensi, che mi hanno fatto rinsavire e mi hanno ricordato che l’AMORE è al centro di tutto.
Pian piano ho iniziato a scacciare via il magone dal cuore e il groppo in gola che mi ha permesso di respirare a pieni polmoni ed ho sentito che sì molte certezze non le avrei avute più, ma la felicità di poter continuare a credere nei miei sogni, quella non poteva essermi negata. Ho raccolto le ultime briciole di speranza e ho pensato che un punto di ri-PARTENZA doveva esserci. Mi ripetevo tra me e me la poesia di Goethe
“Da dove siamo nati? Dall’AMORE. Come saremmo perduti? Senza l’AMORE. Cosa aiuta a superare? L’AMORE. Si può trovare anche l’amore? Con AMORE! Cosa allevia il pianto? L’AMORE. Cosa deve unirci sempre?L’AMORE” – (mi piace leggerla tutta d’un fiato perchè mi da la sensazione dell’inarrestabile, dello strabordare degli argini di un fiume dove ogni limite e vincolo vengono abbattuti solo con la forza dell’amore)
E sai cosa mi è successo? Proprio ieri, in questo tumulto di emozioni, in questo disordine e disastro dell’umanità? Ho accolto con immensa gioia nel cuore l’annuncio di una nuova vita in famiglia ed oltre ad essere scoppiata in lacrime di gioia, ho toccato con mano la felicità: l’ odio e la guerra si combattono, sì, ma solo con i mezzi più potenti che ognuno di noi ha e che dovrebbe imparare a sfoderare: l’AMORE e la NUOVA VITA!
Credo di aver provato poche volte questa felicità, spero ci sia ogni giorno un buon motivo per essere FELICI, come hai ribadito tu. Ieri non ho contenuto le emozioni, ero solare e raggiante anche in un “ciao” o in un abbraccio caloroso, più travolgente del solito.
Ti ringrazio per aver condiviso con noi i tuoi pensieri, perchè mostri la tua sensibilità grazie alla quale trovi una chiave di lettura anche dei nostri, perchè ci ispiri e mostri il tuo interesse ed il tuo riguardo per ognuno di noi: è questa qualità che fa di te una persona speciale, unica nel suo essere “comune”. Grazie, perchè l’empatia che c’è nelle tue righe, mi fa pensare che non ci si scrive dietro una tastiera ed uno schermo, ma ci si scrive consapevoli che la condivisione può abbattere le barriere del mondo virtuale, con una stretta di mano e un abbraccio nella realtà!
GRAZIE <3
No, non sono giorni facili.
Ciò nonostante bisogna sempre essere felici
Ciao
[…] tornata in uno dei miei soliti periodi di insofferenza, uno di quei periodi in cui sento il famoso “peso del cielo”. Succede. Succede alle persone come me, a quelle forse un po’ troppo sensibili, a quelle che […]
É la condanna delle persone sensibili quella di sentire il peso del cielo, a volte. Un peso che si fa greve e pensieri che diventano macigni, notti insonni, incubi, sveglie all’alba.
Tu sai.
Un abbraccio